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La Casa della Luce

Lontano dai sentieri più battuti dal turismo, nella regione rurale di Echigo-Tsumari, e più precisamente sulle alture della città di Tokamachi, si trova una sorprendente opera d’arte contemporanea: la Casa della Luce.

by Giacomo Donati

Lontano dai sentieri più battuti dal turismo, nella regione rurale di Echigo-Tsumari, e più precisamente sulle alture della città di Tokamachi, nel cuore dei Monti Echigo, a un’ora di viaggio da Tokyo a bordo della Hokuhoku Line e dopo un breve tragitto in automobile, si trova una sorprendente opera d’arte contemporanea: la Casa della Luce.

La località in cui si trova è certamente particolare, ma per niente casuale.
All’inizio di questo secolo un gallerista fuori dagli schemi, Fram Kitagawa, ha dato vita ad una delle iniziative artistiche più interessanti di tutto il Giappone e, per certi versi, mondiali: l’Echigo-Tsumari Art Field.

Il principio su cui si fonda è riconducibile al detto giapponese “seikô udoku; kakô tôdoku”, che può essere tradotto come “in estate, coltiva i campi; in inverno, coltiva la mente”.
Sulla base di questo concetto, nel corso degli ultimi due decenni decine di opere d’arte sono state collocate all’aperto in un area di 760 chilometri quadrati, coinvolgendo circa 200 villaggi.

Le opere possono essere visitate tutto l’anno e diversi eventi invitano alla visita: il Summer Festival d’estate e d’inverno lo Snow Art Project, nonché, ogni tre anni, la Triennale di Echigo-Tsumari, che promuove la creazione di nuove opere.

Proprio quest’anno, dal 29 Luglio al 17 Settembre, per cinquantuno giorni sarà possibile visitare le nuove opere dei nove artisti selezionati (fra i quali Christian Boltanski, Santiago Sierra e Shilpa Gupta), nonché avventurarsi per i territori circostanti a visitare quanto già realizzato.

E fra quanto già è stato fatto, un posto d’onore spetta alla Casa della Luce.

Edificata nel 2000, in occasione della prima Triennale di Echigo-Tsumari, la struttura è un inno sia alla cultura giapponese, sia alle creazioni di James Turrell, artista americano ormai universalmente noto per i suo lavori legati all’utilizzo della luce e dei colori che ne compongono lo spettro.

Le sue parole condensano meglio di ogni altra cosa il senso e il significato di quest’opera, che invita i suoi fruitori a vivere un’esperienza straordinaria:

"Quando incontrai Fram Kitagawa per la prima volta, mi chiese di creare una" casa di meditazione "per la regione Echigo-Tsumari. Mi ha dato un libro scritto da Junichiro Tanizaki “Libro d’ombra“. [..] Dopo aver letto "Libro d’ombra", ho deciso di creare una casa secondo la tradizione architettonica di questa regione. Desideravo realizzare il "mondo delle ombre che stiamo perdendo", come scriveva Tanizaki, come uno spazio in cui si può sperimentare il vivere nella luce, mettendo in relazione la luce all'interno con la luce all'esterno.
[..] Ho tentato di creare la "bellezza delle ombre" usando costruzioni giapponesi come lo shojii (porta scorrevole di carta) e il tokonoma (alcova).
Per me [..] la Casa della Luce è stato un tentativo di mettere contrasto e al contempo di integrare giorno e notte, l'orientale e l'occidentale, la tradizione e il moderno”.

Due stanze soltanto, con un tetto apribile, dove abbandonarsi dal fondo dei tatami alla contemplazione di un’opera unica in perenne evoluzione.

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