Questo sito usa i cookie per migliorare l'esperienza di navigazione. Continuando la navigazione si accetta la nostra cookie policy.

Chiudi

Carrello vuoto

Checkout Svuota

I Meravigliosi Yanagi

All’interno della storia del design industriale e - per così dire - artigianale giapponese, un ruolo di assoluto rilievo ricopre il binomio composto da Yanagi Sōetsu e suo figlio Sori: una storia che sa già di leggenda.

by Giacomo Donati

All’interno della storia del design industriale e - per così dire - artigianale giapponese, un ruolo di assoluto rilievo ricopre il binomio composto da Yanagi Sōetsu e suo figlio Sori.

Il primo, nato verso la fine del diciannovesimo secolo, è stato principalmente un filosofo.
Il secondo, forse più noto al vasto pubblico, è stato uno dei principali designer giapponesi del secolo scorso, autore di alcuni degli oggetti di uso comune più diffusi sul suolo nipponico.

Apparentemente due mondi lontani e separati, invece si può ben sostenere che il primo sia stato il precursore e il secondo il continuatore di un’unico percorso coerente e affascinante.

Un percorso che ha inizio nel 1914.

In quell’anno, il venticinquenne Sōetsu, già da tempo immerso in speculazioni filosofiche e nello studio della filosofia delle religioni, conosce le ceramiche coreane della dinastia Joseon, introdotte in Giappone da Asakawa Noritaka e dai fratelli Takumi e rimane folgorato della bellezza delle loro forme.

L’interesse è tale che nel 1916 si reca per la prima volta in Corea e pochi anni dopo, nel 1924, fonda a Seul il Korean Folk Art Museum.

La passione di Sōetsu per le arti applicate si orienta dunque verso la produzione nazionale e nel 1925 conia assieme ai ceramisti Hamada Shōji e Kawai Kanjiro il termine Mingei, letteralmente “arte fatta a mano da gente comune”, che diventa anche sinonimo del movimento per la scoperta e il recupero della bellezza racchiusa negli oggetti di tutti i giorni, creati da artigiani senza nome.

Tali oggetti, molti dei quali in via di sparizione a causa dell’impetuosa crescita industriale del paese, vengono dunque raccolti da Sōetsu e dai suoi collaboratori e confluiscono in ciò che più di ogni altra cosa rappresenta il legame più evidente e concreto fra padre e figlio, il Japanese Folk Art Museum.

Infatti, Soetsu sarà direttore del museo fino alla morte nel 1961, carica nella quale gli subentrerà per trent’anni Sori nel 1977.

Ed è proprio negli stessi anni della fondazione del museo che, come in un immaginario passaggio di testimone, Sori si iscrive alla Scuola d’Arte di Tokyo, dove apprende i rudimenti della propria arte.

Dopo aver lavorato dal 1940 al 1942 nell’ufficio di Charlotte Perriand, fonda nel 1952 lo Yanagi Industrial Design Institute, responsabile della creazione di numerosi oggetti e mobili di uso quotidiano, sintesi perfetta dei principi di semplicità e funzionalità che caratterizzavano anche gli oggetti artigianali del Mingei.

Nella lunga attività di Sori, scomparso a 96 anni nel 2011, si è dunque compiutamente realizzata una tanto molteplice quanto straordinaria riconciliazione: quella del sapere artigianale giapponese - tanto caro al padre - con la produzione industriale, nonché quella del sapere orientale con le nuove tecniche del design industriale occidentale.

Un miracolo di cui possiamo ancora godere oggi.

SHOP THE STORY