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Auto leggendarie giapponesi: la Toyota Starlet

Un piccolo, indimenticabile cult con cui si sono divertiti migliaia di guidatori, in Giappone e in tutto il mondo.

by Giacomo Donati

La seconda generazione della Toyota Starlet rilasciata dalla Toyota nel 1978, è un piccolo indimenticabile cult, anche grazie al fatto di essere un modello molto venduto anche al di fuori del Giappone. 

Introdotta il 3 febbraio 1978, la seconda generazione della Toyota Starlet è una vettura a trazione posteriore con un motore da 1,3 litri montato verticalmente ed è la prima Toyota ad impiegare uno sterzo a pignone e cremagliera etremamente sensibile: proprio quest’ultima caratteristica, unita al fatto che pochi telai hanno retto così a lungo alla ruggine, rendono ancora oggi la Starlet una ricercata primizia fra i collezionisti, che spesso la utilizzano come base sulla quale elaborare esaltanti vetture per derapate (c.d. drift car) o da rally.

Il cruscotto

Il retro

Disegnata con uno spiccato accento sull'efficienza dello spazio e sull'efficienza del trasferimento di energia a terra, dispone di un layout meccanico che non sembrerebbe possibile in un'auto ultracompatta lunga appena 3745 mm. 

La Starlet era dunque un'auto davvero divertente da guidare: benché dotata di un signolo carburatore, disponeva di un elevata potenza, pari a 72 cavalli, quasi sportiva per la categoria. Prodotta fino al 1984, l'auto di terza generazione aveva una carrozzeria ampia e lussuosa, ma lo spostamento della trazione da posteriore ad anteriore ne mutò per sempre la manovrabilità, deludendo gli estimatori e segnando così la fine di un’era.
Nonostante lo stile un po’ goffo, la parte anteriore più filante le conferiva un discreto fascino, cui contribuiva il tocco degli specchietti retrovisori montati sul cofano - dettaglio presto svanito. Era ancora un’epoca fatta di auto senza fronzoli, ma in cui era la sostanza sotto la carrozzeria a risplendere.

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