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La casa delle bambole di Takayama

Creature dense di colori prendono vita fra le risaie, nel cuore montuoso del Giappone.

by Nanban

A pochi passi da una delle più amate attrazioni turistiche del Giappone - il villaggio di Hida, un museo a cielo aperto composto da trenta antiche fattorie originali, ciascuna rappresentativa di uno stile architettonico tradizionale delle regioni montuose giapponesi - nei sobborghi di Takayama in una piccola bottega Hiroko Tanaka e suo marito portano avanti la lavorazione tradizionale delle bambole di Takayama.

Ciascuna bambola richiama in piccoli dettagli della decorazione elementi tipici della regione di Takayama, ma anche memorie della famiglia che le produce: gli occhi del cavallo, ad esempio, ricalcano il profilo di un chicco di riso - diffusamente coltivato nei dintorni - mentre il disegno del cane è stato modificato nel corso degli anni ispirandosi ai cani appartenuti alla famiglia.

Il disegno, infatti, non si è cristallizzato nel tempo, ma subisce piccole modifiche, ritocchi, ripensamenti, adattamenti alle vicissitudini e alle impressioni che bussano alla bottega ogni giorno: il disegno dei segni zodiacali, ad esempio, che riprendono lo zodiaco giapponese, al mutare ogni anno del segno in vigore, subiscono piccoli o grandi ritocchi, donando dunque a ciascuna bambola un’ulteriore unicità.

In genere, quando si stampa su carta, si aggiunge un colore alla volta, ma poichè il tessuto è elastico nel caso delle bambole di Takayama si stampano tutti i colori contemporaneamente: “È un compito difficile mettere più colori su una singola lastra; la velocità è molto importante perché devi mettere tutti i colori prima che il primo colore si asciughi".

Inoltre, per creare le diverse sfumature, si fa ricorso sia a colori puri, sia a miscele di colore, la cui elaborazione richiede tempo e un notevole impegno, nel tentativo di mantenere i colori i più omogenei possibile. Ma le variabili sono moltissime, dall’umidità, al variabile assorbimento dei colori da parte dello stampo in legno, sicché ci sono sempre piccole differenze legate alla natura artigianale del processo e all’utilizzo di materiali naturali.

Una volta stampato e cucito a mano il tessuto, è il momento di riempire ciascuna bambola con lolla di riso, ideale non solamente in quanto materiale di recupero, ma anche per la sua perfetta consistenza, “né troppo leggera né troppo pesante".

Infine, si passa alla fase di cottura a vapore delle bambole, per fissarne il colore: il colorante reagisce al calore e sviluppa il colore, ciascuno in maniera differente. Il rosso diventa più luminoso, il marrone diventa più scuro e il metodo di sviluppo del colore varia per ciascun colore. Se, alla fine del processo, il colore è diverso da quello auspicato, si ricomincia tutto daccapo, con pazienza e minuzia giapponese.

Un rito che si rinnova ogni giorno, con una passione sempre viva.

(photo courtesy Tomoko Nishizawa)

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