Avvolta dalle onde del mare di Genkai giace uno dei luoghi più inaccessibili del Giappone: un'isola sacra, un'isola che è una divinità in sé, un kami dunque, un'isola solitaria, l'isola di Okinoshima.
Sul suo suolo alberga il santuario di Okitsu-miya, uno dei tre santuari shintoisti di Munakata, che vanno sotto il nome collettivo di Munakata Taisha (宗像大社).
Nel suo complesso, il santuario Munakata Taisha è composto da tre santuari, dedicati alle tre dee Munakata: Hetsu-miya, Nakatsu-miya e Okitsu-miya, il primo dei quali si trova sulla terraferma, nel Kyushu, il secondo sull'isola di Oshima, mentre il terzo, forse il più importante e carico di storia, si trova proprio a Okinoshima, distante circa 60 chilometri dalla costa, sulla rotta verso la Corea.
È un santuario unico, un luogo in cui, stando alle parole dell'artista contemporaneo Hiroshi Sugimoto, "ciò che appartiene a prima della Storia si è come congelato, esiste e si preserva in uno stato di isolamento".