Tralasciando gli esponenti più celebri come Ryuichi Sakamoto, Haruomi Hosono e Joe Hisaishi, che da prima si erano guadagnati una certa popolarità con progetti molto eterogenei fra loro, nomi come Yoshio Ojima, Satoshi Ashikawa, Midori Takada, Masahiro Sugaya e Hiroshi Yoshimura sono riemersi dalle tenebre solo di recente, in parte in maniera rocambolesca, tramite le misteriose equazioni dell’algoritmo di Youtube, scatenate dal crescente interesse per il genere ambient giapponese, stimolato a sua volta da un manipolo di eroici esploratori degli abissi musicali (come Chee Shimizu e Spencer Doran) e di piccole case discografiche indie.
Un turbine di eventi, casi, circostanze che ci permettono oggi di riscoprire compositori che, in un mondo più globalizzato com’è quello odierno, avrebbero già in passato potuto assurgere a ben altro ruolo sulla scena musicale.