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Una chiacchierata fra amici: Olimpia Zagnoli

Irrefrenabili immersioni negli abissi del disegno, ispirazioni, musiche e quant’altro: ecco un condensato in poche parole del mondo in costante ribollire di OZ, al mondo Olimpia Zagnoli.

by Giacomo Donati

1. 
Da dove viene la tua passione per il disegno?

Da una specie di prurito sottocutaneo che fa sì che non appena io trovi una matita e un qualsiasi foglietto di carta, io debba scaricarci sopra pensieri ingarbugliati, volti di persone sconosciute, seggioline, lampade, lettere cubitali, piante inesistenti e scarpe con lacci ribelli.

©Jason Fulford

2.
Quali sono o sono stati i tuoi punti di riferimento?

Il mio maestro di asilo Giovanni Piazza che mi ha avvicinato ai materiali, ai collage e alla luce. Mia mamma che mi ha introdotto a Bruno Munari, Gianni Rodari, Grazia Nidasio, Georges Perec, Piperita Patty, Matisse e compagnia. Mio papà che mi ha trasmesso l’importanza dell’inquadratura e con lui la Nouvelle Vague, Ermanno Olmi, Antonioni, Horst P.Horst e Busby Berkeley. La musica punk che per assurdo mi ha messo la testa a posto. 

3.
Dove stai andando?

Su un’isola fatta di divano.

4.
Cosa ti lega al Giappone?

Isamu Noguchi, Yū Morisawa, Ikko Tanaka, Yasujiro Ozu, le 5.6.7.8’s, Georges Ohsawa e la zuppa di miso. 

5.
Quanto conta la musica nel tuo lavoro? cosa stai ascoltando in questo periodo?

Quando lavoro ascolto spesso Les Paul e Mary Ford, Raymond Scott, Joe Meek, Robert Wyatt perché creano attorno a me un’atmosfera vagamente subacquea. Quando ho una deadline imminente solitamente ascolto cose che conosco che posso seguire col piedino come Buzzcocks, X-Ray Spex, Television. Quando invece devo girare intorno ad un’idea preferisco del rumore di sottofondo come le tazzine del bar, le macchine che passano o qualcuno che chiacchiera in lontananza. 

©Olimpia Zagnoli

6.
Un sogno nel cassetto.

Disegnare una campagna di sensibilizzazione per l’ambiente commissionata da Leonardo di Caprio*, ordinare cibo cinese e discuterne insieme nella sua casetta accanto alla piscina (che per qualche tempo diventerà il mio studio), fare un bellissimo lavoro con poco sforzo e ispirare un grande numero di persone a comportarsi in modo più consapevole nei confronti del nostro pianeta.


*non è assolutamente necessario che sia proprio lui. 

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