Da amanti dell’architettura, è possibile sia capitato di porsi il seguente interrogativo: dove vanno a finire tutti i modelli realizzati dagli architetti per committenti e concorsi una volta che hanno assolto il proprio scopo?

È possibile che molti di loro vengano semplicemente gettati via, alcuni finiscano negli scantinati, dove iniziano a marcire e cadere a pezzi fino ad essere del tutto irriconoscibili, alcuni forse sono venduti oppure donati ad istituzioni, ed altri ancora potrebbero giacere conservati con cura o esposti da qualche parte negli studi in cui sono stati concepiti.

Ma, perlomeno a Tokyo, c'è un posto tutto per loro.

Il suo nome è pressoché auto-esplicativo: Archi-depot. Sulle sue candide scaffalature industriali, alte cinque metri, sono esposti e mostrati al pubblico una pletora di modelli di edifici di diversi architetti giapponesi, tra cui Kengo Kuma, Shigeru Ban e molti altri, consentendo di apprezzare non solo i progetti, ma anche l'incredibile quantità di dettagli inseriti in ciascuno di essi, in puro stile giapponese.

Di mostra in mostra, una selva di oltre cento modelli di ogni forma e dimensione, esecutivi di progetti realizzati oppure opere puramente concettuali, godono di un ambiente ideale per la propria conservazione, a temperatura e umidità controllate, illuminato da lampade a LED che ne prevengono lo sbiadimento o la deformazione termica, dando la sensazione di trovarsi in un caveau piuttosto che in un museo.

Sono già state realizzate numerose mostre temporanee, che offrono uno spaccato più completo circa lo stato attuale dell'architettura contemporanea giapponese, e molte altre ne seguiranno, attingendo nel vasto magazzino dei modelli che si cela dietro la facciata del museo: una vera chicca e un meritato omaggio a coloro che scrupolosamente portano le rappresentazioni grafiche dei progetti in vita, piccoli ma preziosi sogni in scala.