Questo sito usa i cookie per migliorare l'esperienza di navigazione. Continuando la navigazione si accetta la nostra cookie policy.

Chiudi

Carrello vuoto

Checkout Svuota

Una chiacchierata fra amici: La Tigre

A tu per tu con La Tigre, l'eclettico studio di grafica milanese il cui segno inconfondibile firma l'ultimo tenugui della serie East meets West: suggestioni, ispirazioni e sogni, con un tocco di optical.

by Giacomo Donati

1.
Da dove viene la vostra passione per la grafica?

L: Viene da molto lontano, da bambina avevo una piccola cucina giocattolo, al posto di cucinare facevo i packaging da mettere nelle mensoline. Ho sempre amato i colori in tutte le loro forme, specialmente se di carta. Quando vedo un colore o un pattern che mi attira mi fermo a contemplarlo e la mia anima risuona, da sempre.

2.
Quali sono o sono stati i tuoi punti di riferimento?

Amiamo tante cose, anche contraddittorie, ma da ognuna si può prendere anche solo un dettaglio.
Citando i primi che ci vengono in mente: Olivetti e la grafica italiana anni ’50-’60, il futurismo, la musica punk, Bruno Munari, Daniel Buren, Donald Judd, Tauba Auerbach, Angelo Mangiarotti, Piero Portaluppi.

3.
Dove state andando?

In un futuro astratto e optical.

4.
Cosa vi lega al Giappone?

Ikko Tanaka, il tappeto di muschio intorno a un piccolo tempio vicino a Kyoto di cui non ricordo il nome, la grafica, soprattutto quella dei dolcetti, le risate delle ragazze che si fotografano sotto i ciliegi durante l’hanami, l’hanami, i ryokan, il the sencha e le teiere.

5.
Quanto conta la musica nel vostro lavoro? Cosa state ascoltando in questo periodo?

Conta moltissimo! Walter è l’art director musicale dello studio, la musica è in relazione al suo stato d'animo del momento, in questo periodo Satie e Sakamoto.
Da sempre punk rock e ora anche pop sperimentale, ambient, lo-fi, post-punk, new wave...

6.
Un sogno nel cassetto.

Disegnare solo cose a righe da una casa sull’albero.

SHOP THE STORY